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lunedì 12 giugno 2023

LA MORTE DI BERLUSCONI E LA FINE DEL CENTRO-DESTRA

È morto Silvio Berlusconi  in un letto di ospedale come probabilmente non avrebbe immaginato di finire i suoi giorni nonostante i 86 anni. Lui da combattente avrebbe preferito un fine più gloriosa e da prima linea, ma tant’è nascita e morte sfuggono alla nostra libera autodeterminazione. E’ unna ineluttabile legge di natura che ci ricorda come tutto inizi e tutto finisca nella medesima imperscrutabilità.


Berlusconi è stato sicuramente un personaggio poliedrico che ha ha avuto la capacità di realizzare e vincere sfide complesse dal mondo imprenditoriale a quello politico, passando anche per il campo sportivo.

Le sue visioni si sono tradotte in innovazioni spesso vincenti contro ogni previsione.

Sicuramente è stato un personaggio controverso e al di fuori degli schemi usuali,  un anti conformista dallo spirito liberale e generoso; inevitabilmente chiacchierato, attaccato e financo perseguitato come tutti coloro (Enrico Mattei, Bettino Craxi, Raul Gardini, Francesco Cossiga e pochi altri)  i quali hanno tentato di dare una scossa all’opaco sistema potitico-economico italiano. 


Oggi insieme a Berlusconi muore anche Forza Italia, che il cavaliere aveva inventato e portato al successo contro ogni previsione. Non si vede, infatti, alcuna stabilità all’interno di quello che resta di Forza Italia, consumatasi negli ultimi lustri insieme al Cavaliere. Forza Italia è stato il partito di Berlusconi e con lui rischia di  scomparire per l’assenza di una classe politica capace di creare aggregazione interna e consenso tra la gente. Evidenza di questa simbiosi è il sito WEB di Forza Italia che a distanza di parecchie ore dalla scomparsa del suo leader non ne dà ancora la notizia!

E’ questa l’unica vera sconfitta del Cavaliere, non aver saputo strutturare al di fuori della sua persona Forza Italia, non aver alimentato la dialettica interna, ma aver premiato solo i fedelissimi, a scapito del merito e a prescindere dalle loro qualità; fedelissimi, che poi non si sono rivelati tali alla prova dei fatti, poiché il più delle volte si sono rivoltati contro per misere ambizioni personali, cambiando repentinamente partito.


Anche la scommessa sui cavalli di razza, o presunti tali, Casini e Fini, si è rivelata disastrosa; il primo, benché democristiano di lungo corso, è finito nelle liste del PD, erede della tradizione comunista, e il secondo uscito anch’egli sbattendo la porta è impegnato a tutelarsi in battaglie legali relative alla gestione del patrimonio di Alleanza Nazionale, partito che aveva fondato e guidato. 

Anche personalità di prim'ordine, quali Antonio Martino e Giulio Tremonti, seppur coinvolte per un po' di tempo in ruoli di primissimo piano, sono poi state indotte ad abbandonare per evitare lo scontro diretto con il Cavaliere. Il Berlusconi politico è stato un uomo sostanzialmente solo, poiché nessuno era da lui ritenuto alla sua altezza; quando il confronto rischiava di vederlo soccombere, preferiva far scendere in campo il suo indiscutibile carisma e forte anche del proprio incommensurabile potere economico poteva permettersi di tacitare chiunque.

Degli altri “bracci destri” è inutile farne menzione, poiché erano signori nessuno prima e, spenta la luce della ribalta regalatagli da Berlusconi, sono ritornati nel giusto anonimato.


Oltre a Forza Italia, viene meno anche un’area politica, quella del Centro-Destra, che svuotata della componente centrista-liberale, ove ora già sgomitano una miriade di partitini fondati dalle varie ondate di transfughi esodati da Forza Italia, anziché riunificarsi nel nome del loro fondatore faranno molto probabilmente un’ insensata guerra per rivendicare l’eredità politica del Cavaliere. L’area un tempo di Centro-Destra, dovrà essere salvata dagli equilibrismi della destra di Fratelli d’Italia e dalle contraddizioni della Lega. Due realtà politiche queste ultime, che rischiano di andare in corto circuito, ora che è venuto meno il mastice del Centro berlusconiano.

Mentre il futuro del Centro-Destra è ancora tutto da scrivere, quello di Berlusconi  è già consegnato alla storia, ove sicuramente sarà ricordato come uno dei "grandi".


venerdì 2 dicembre 2022

DIRITTO & ROVESCIO

La Corte Suprema di New York reintegra i dipendenti licenziati perché non vaccinati e ordina il rimborso degli stipendi (https://fxn.ws/3VnOWgt).


La Corte Costituzionale italiana con comunicato criptico dove emerge un atteggiamento tra Ponzio Pilato e Azzeccagarbugli, lessico atenico e tutt'altro che giuridico, privo di ogni riferimento Costituzionale, avalla il pregresso obbligo del vaccino anti COVID per sanitari e insegnanti imposto dal D.L. 44/2021.
La maggioranza della stampa italiana, sempre più incapace di fare informazione professionale, diffonde la notizia - falsa - che la Corte Costituzionale ha dichiarato legittimo l'obbligo vaccinale anche per gli ultra cinquantenni; argomento questo che invece non è stato assolutamente oggetto di esame e che tocca aspetti giuridici ulteriori oltre a quelli esaminati per l'obbligo vaccinale di sanitari e insegnanti.
La posizione espressa dalla Corte Costituzionale è il certificato di morte dello Stato di Diritto, che possiamo a tutti gli effetti annoverare tra le vittime illustri del COVID-19.
Decisione politica, nulla a che vedere con i principi del diritto!

mercoledì 30 novembre 2022

CORTE COSTITUZIONALE UDIENZA SURREALE SULL'OBBLIGO VACCINALE


Le immagini dell'udienza pubblica tenuta dalla Corte Costituzionale per l'esame della legittimità dell'obbligo del vaccino anti COVID-19 ci hanno riportato indietro nel tempo nel periodo più buio della pandemia: i Carabinieri in servizio nell'aula, i commessi, il personale amministrativo, i giudici, gli avvocati dello Stato tutti con mascherina FFP2.

 Eppure l'emergenza sanitaria è terminata il 31 marzo e l'obbligo di mascherina attualmente è rimasto solo nelle strutture sanitarie. L'uso della mascherina, poi, è consentito ai fragili; è forse possibile che tutto l'apparato della Corte Costituzionale sia fragile? Certo che no! E allora è evidente che ci troviamo in un ambito condizionato, ove probabilmente mancano i presupposti per la serenità del giudizio che è condizione necessaria dell'imparzialità richiesta ad ogni giudice. Oggi si respirava la spiacevole sensazione dell'incompatibilità ambientale ...

Paradossalmente nel sancta sanctorum del diritto si profana lo stesso, tenendo comportamenti in violazione del divieto di mascheramento sancito dall'art. 85 TULPS ... Triste immagine di quello che un tempo era il consesso di massima espressione dello Stato di Diritto!

martedì 1 novembre 2022

FINE DELL' OBBLIGO VACCINALE PER I SANITARI. Necessario ora fare chiarezza a 360 gradi sulla gestione della pandemia

Il neo Governo di centro-destra, che esprime per la prima volta nella storia d'Italia un Presidente del Consiglio donna, Giorgia Meloni, nel suo primo atto normativo ha riportato la sanità italiana alla dovuta normalità post epidemiologica da COVID-19. 

L’art. 7 del Decreto Legge 162 del 31/10/2022 ha posto fine con il 1° novembre al discriminatorio obbligo di vaccinazione a cui dovevano sottostare gli operatori sanitari, nonché gli addetti amministrativi di tali strutture fino alla fine del corrente anno.

Nel giorno dei morti, 2 novembre, resuscita la sanità italiana, che riapre le porte delle sue strutture ai tanti operatori di cui si era privata, paradossalmente nel momento dell'emergenza e dunque della maggiore necessità. 


Con incredibile miopia politica quello che doveva essere il governo dei migliori, dei tecnici guidati da Mario Draghi,  nell'affrontare la guerra pandemica anziché schierare al fronte tutte le sue truppe - nel caso di specie i sanitari - ne ha mandate una parte a casa,  creando non poco disservizio, per usare un eufemismo, alla popolazione; poi con ritardo colpevole ha tentato la sostituzione del personale sospeso con sanitari stranieri non sufficientemente qualificati, con costi abnormi per le casse pubbliche, dal doppio al quintuplo rispetto al personale in ruolo.


Il disastro, creato dall'obbligo vaccinale, nella sanità italiana non finirà purtroppo con la cessazione dell'obbligo vaccinale, ma sarà necessaria anche una profonda revisione dei criteri di sbarramento all’accesso dei percorsi delle professioni sanitarie.  E’, infatti, evidente la sottostima dei numeri del personale sanitario necessario al paese, che ora paga una carenza di personale che sarà destinata ad aumentare ancora nei prossimi anni, poiché la revisione dei meccanismi di accesso all'università, anche se attuati nell'immediato, avranno beneficio solamente dopo il periodo necessario al completamento del percorso di studio delle nuove matricole. 


Se è vero che la maggior parte dei sospesi aspettavano questo momento dell’abolizione dell’obbligo vaccinale per poter riprendere il lavoro e ritrovare la  dignità della retribuzione,  molti tuttavia non rientreranno, vuoi perché amareggiati dal trattamento ricevuto, vuoi perché obbligati per sopravvivere ad approdare ad alternative lavorative, scoperte poi migliori di quelle lasciate. A quanti riterranno di non riprendere il servizio non saranno necessarie le dimissioni, le quali comportano comunque l'obbligo di lavorare il periodo di preavviso, pena la trattenuta retributiva per il periodo equivalente omesso. A costoro sarà, infatti, sufficiente ignorare ogni comunicazione aziendale, attendendo che il datore di lavoro proceda al loro licenziamento. Per rientrare al lavoro non sarà, invece, necessario attendere alcuna comunicazione formale, poiché le modifiche legislative ora introdotte fanno decadere ogni provvedimento sospensivo. Coloro i quali svolgono attività con orario turnante, in assenza di indicazioni aziendali, dovranno comunicare per iscritto al datore di lavoro la loro messa a disponibilità.


L'encomiabile tempestività con cui il Governo Meloni ha affrontato la questione “sanitari obbligo vaccinale” è la probabile causa dell’evidente dimenticanza di intervenire anche sull’articolo 1 bis, comma 1 bis, del D.L. 44/2022,  il quale impone sino al 31/12/2022 l'ignobile e inumano divieto di visita ai degenti delle RSA per coloro i quali non dispongano di certificazione verde covid-19. Sempre l’art. 1 bis, ai commi 1 sexies e 1 sexies.1, impone la medesima restrizione di accesso - possesso di certificazione verde covid-19  - ai visitatori dei reparti di degenza delle strutture ospedaliere. È evidente che tali obblighi, venendo meno l’obbligo vaccinale ai sanitari, non sono più coerenti con il contesto ed è auspicabile che la dimenticanza venga quanto prima rimediata con apposita modifica normativa.

Altro aspetto che dovrà affrontare con altrettanto urgenza il Governo Meloni è l’assurda procedura sanzionatoria avviata Agenzia delle Entrate in applicazione dell’ indiscriminato obbligo vaccinale imposto agli ultracinquantenni dall’articolo 4 sexies del D.L. 44/2021, introdotto dal D.L. 1/2022. Infatti, dopo l'invio della “Comunicazione di avvio del procedimento sanzionatorio” è auspicabile un provvedimento legislativo che blocchi la procedura, al fine di evitare che con la notifica delle sanzioni si inneschino centinaia di migliaia di ricorsi innanzi al Giudice di Pace,  creando così un sovraccarico di tale ufficio giudiziario già in condizioni operative critiche e al limite del collasso.



L’art. 7 del D.L. 162/2022, segna sicuramente il cambio di marcia dello Stato italiano nella gestione della pandemia e degli obblighi vaccinali. Prima, però, di archiviare, tale triste pagina della storia nazionale, dovrà essere fatta chiarezza a 360 gradi sulla gestione della pandemia, per rispetto in primis delle vittime del COVID-19 e della sua sciagurata gestione, nonché per rispetto della scienza e dello Stato di diritto. 

Dovrà essere istituita una Commissione parlamentare d’inchiesta che faccia luce sui divieti e gli obblighi imposti a colpi di DPCM  e decreti legge, da un potere esecutivo che per due lunghi anni ha sistematicamente violentato la Costituzione e tutte le libertà da essa riconosciute al Popolo, che ha usurpato il potere legislativo del Parlamento, condizionato quello giudiziario della magistratura, operando con l'avallo silente Presidente della Repubblica.


Rimane poi ancora da definire tutta la vicenda delle sospensioni dal lavoro e dei riflessi retributivi e contributivi subiti dalle tante categorie di lavoratori, che nel periodo della pandemia hanno dovuto subire la furia vaccinatrice e sanzionatoria del governo Draghi.

E in proposito un appuntamento importante sarà a fine novembre, quando la Corte Costituzionale dovrà pronunciarsi sulle tante questioni di legittimità del decreto legge 44/2021 sollevate dai vari Tribunali e TAR. 


Ulteriore strascico dell'infausta epopea vaccinale dovrà poi essere scritto molto probabilmente anche dalla Corte dei Conti rispetto alla gestione del denaro pubblico, impiegato in maniera molto disinvolta nell’effettuare acquisti di presidi sanitari da aziende costituitesi solo qualche giorno prima della commessa milionaria conseguita, distribuito generosamente agli organi di informazione, erogato per l’incentivazione dei medici vaccinatori, speso per assumere operatori sanitari stranieri a gettone,  utilizzato per acquistare importanti stock vaccinali poi lasciati scadere. 


La partita dell'obbligo vaccinale non può dunque dirsi ancora completamente chiusa sino a quando non verranno ricostruite le dinamiche di tale furia vaccinatrice che ha avuto pochi tristi uguali precedenti nella storia dell’umanità.


giovedì 15 settembre 2022

D'Alberti giudice costituzionale, No grazie!

Marco D'alberti, professore emerito di Diritto Amministrativo all’Università La Sapienza di Roma,  è sicuramente giurista di indiscutibile preparazione ed esperienza. La sua grande capacità l’ha portato a ricoprire nel tempo incarichi di altrettanto prestigio e responsabilità; attualmente è Consigliere giuridico della Presidenza del Consiglio, sotto il Governo Draghi, e Consigliere superiore della Banca d’Italia.

Il Presidente della Repubblica l'ha nominato quale neo Giudice Costituzionale in sostituzione del Presidente Giuliano Amato, giunto a scadenza del mandato novennale.
Un giudice costituzionale, oltre a dover essere giuridicamente preparato, deve essere imparziale e scevro da ogni condizionamento. Ma non meno importante è l’immagine di indipendenza che egli deve trasmettere, dovendo stare al di sopra di ogni potenziale sospetto.

Il 29 novembre prossimo la Corte Costituzionale ha calendarizzato l’udienza sulla legittimità o meno dell'obbligo vaccinale imposto dal Governo Draghi, sostenuto dalla più ampia maggioranza della storia Repubblicana, estesa dalla Lega al PD e formata da tutti i partiti presenti in Parlamento con l’esclusione solo di FdI.

Sarebbe non poco imbarazzante per il neo nominato prof. D’Alberti giudicare sulla legittimità costituzionale del D.L. 44/2021 sul quale quasi certamente, in qualità di consulente giuridico del Presidente del Consiglio, sarà intervenuto nella stesura della norma e nelle successive e molteplici sue variazioni. Sul periodo COVID-19 e sulla sua ignobile legislazione d'urgenza, che ha diviso gli italiani  e massacrato la nostra economia, il giudizio costituzionale deve essere il più possibile sereno e scevro da condizionamenti anche solo sospettati.

Al Prof. Marco D’Alberti, al quale non possono non essere riconosciuti i primi 2 requisiti innanzi richiamati - capacità e indipendenza - manca assolutamente e non per sua colpa, ma bensì per il suo brillante cursus professionale, il terzo requisito, quello più visibile al popolo, ossia l’essere al di sopra di ogni sospetto di condizionamento.

Il Prof. D’Alberti proprio in forza della sua capacità e bravura dovrebbe dire al Presidente della Repubblica Italiana, politicamente miope e sordo, no grazie!

domenica 30 gennaio 2022

MATTARELLA BIS: IL BACIO DELLA MORTE ALLA DEMOCRAZIA

La rielezione alla Presidenza della Repubblica del Presidente uscente, l’ottuagenario Mattarella, è il bacio della morte alla democrazia in Italia.

Se in Italia non fossero effettivamente in pericolo lo Stato di Diritto e la democrazia si potrebbe quasi ridere, pensando a solito siparietto politico. Mattarella, infatti dapprima trasloca dal Quirinale, cercando alloggio in affitto a Roma, poi ribadisce a più riprese la sua indisponibilità a un secondo mandato; i partiti - o meglio quel che ne rimane - dichiarano a più riprese che è maturo il tempo per avere una donna al Quirinale. Per ben 7 giorni e altrettante votazioni, non viene raggiunto il quorum sui nomi, che cambiano ad ogni votazione. 

Poi, nell'impasse più totale, la più vasta maggioranza della storia parlamentare italiana, non trovando alcun accordo, ha riesumato Mattarella. E così in assenza di candidati di spessore per il Quirinale, tutti i partiti con la sola eccezione di FdI preferiscono riciclare il Presidente uscente, il quale accetta entusiasta e di buon grado, ergendosi a salvatore della Patria, nonostante in quest'ultimo anno abbia dimenticato - e la senescenza non centra - di essere investito ex art. 87 Cost. del dovere di rappresentare l'unità nazionale, profondamente minata dal Governo Draghi, nonché di aver giurato ex art. 91 Cost. di essere fedele alla Repubblica e di osservarne lealmente la Costituzione. Mattarella passerà, invece, alla storia per aver consentito la sistematica violazione dei valori, dei principi e dei diritti costituzionali.

L’immagine che risulta a conclusione di questa penosa farsa politica è l'evidenza ennesima dell'inutilità di questo Parlamento che, oltre a non legiferare più essendo diventato luogo di ratifica delle decisioni del Governo, oltre a non riuscire a indicare tra i parlamentari eletti un Presidente del Consiglio (in questa legislatura siamo già al secondo “tecnico”, Conte prima e Draghi ora), oltre a non esprimere una maggioranza politica (il mastice è concludere la legislatura!), ora non è neppure riuscito ad eleggere il Presidente della Repubblica, se non ricorrendo all'ottavo scrutinio a ripescare la carta del Presidente uscente.

Con la rielezione del Mattarella bis la classe politica e i partiti hanno dimostrato tutta la loro incapacità e hanno umiliato per l'ennesima volta la Repubblica Italiana, la quale sarà rappresentata da un presidente di ripiego, essendo evidente che la rielezione, se effettuata con convinta scelta politica, avviene al primo scrutinio e non all’ottavo e neppure con l'apporto determinante di quanti (M5S e Lega) nel settennato precedente ne avevano chiesto la messa in stato di accusa ex art. 90 Cost. per attentato alla Costituzione!

mercoledì 8 dicembre 2021

IL GOLPE BIANCO DI DRAGHI E LA MORTE DELLO STATO DI DIRITTO

Il governo Draghi dal suo insediamento, avvenuto lo scorso febbraio, ha violato reiteratamente la Costituzione, privando molta parte dei cittadini del diritto al lavoro e del diritto ai mezzi di sostentamento; reprimendo la libertà di cure mediche con l'imposizione di terapie mediche continuative in fase sperimentale (autorizzazione condizionata rilasciata dall'EMA); imponendo il ricatto del vaccino per lavorare e partecipare alla vita sociale. 

Il Parlamento nell'anno 2021 ha approvato 202  atti normativi, ma solamente 9 sono riconducibili all'iter parlamentare legislativo delle leggi ordinarie; tutti gli altri atti sono conversioni di provvedimenti emanati dal Governo o delega allo stesso a sostituirsi al Parlamento nella funzione legislativa. Il Parlamento nella storia dell'Italia repubblicana non è mai stato così oltraggiato, espropriandolo dei suoi poteri legislativi al punto di renderlo fisicamente vuoto e politicamente inutile.

Il Presidente della Repubblica somiglia sempre più all'ex Re d'Italia Vittorio Emanuele III, che avallò la fine del parlamentarismo per oltre quattro lustri nell'Italia degli anni venti del secolo scorso.

La magistratura nella sua componente inquirente è totalmente assente dallo scenario politico, nonostante le gravissime violazioni costituzionali sistematicamente perpetrate dall'azione del Governo Draghi.

Il Presidente del Consiglio Draghi, il Ministro della Salute Speranza e il Ministro dell'Interno Lamorgese hanno negli ultimi sei mesi attuato una costante azione di soffocamento della vita sociale, dell'ordinamento democratico e dello Stato di diritto, disseminando – complici asserviti organi di stampa -  terrore e divisione nel popolo italiano.

La scienza è stata commissariata dal potere politico, il quale con il pretesto di un virus - il Sars-Cov2, che provoca la malattia denominata COVID-19 la cui letalità è stimata al doppio della usuale influenza stagionale – ha instaurato un regime incostituzionale di limitazioni dei diritti e delle libertà, subordinandoli al ricatto vaccinale.

L'ultima violenza morale, oltreché costituzionale, del Governo Draghi è stata privare del Natale e delle festività di fine anno gli oltre 7 milioni di italiani, che hanno deciso di non sottostare al ricatto di un vaccino, che lo Stato non ha reso obbligatorio, non volendosi assumere responsabilità risarcitorie, ma a cui condiziona l'accesso ai luoghi di lavoro, alla vita sociale, ai mezzi di trasporti. Con l'ennesimo atto di follia normativa il Governo Draghi ha decretato l'ostracismo sociale dal 6 dicembre al 15 gennaio per i non vaccinati,  ai quali  – in violazione di ogni principio di diritto, nonché della stessa normativa europea relativa ai vaccini contro il COVID-19 – sono preclusi l'accesso a cinema, teatri, locali da ballo, eventi sportivi, nonché ai bar e ai ristoranti, luoghi questi ultimi nei quali, invece, i cani sono ammessi!

Finirà anche questa follia; la storia presenta sempre il conto ai suoi violentatori, è solo una questione di tempo!