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mercoledì 30 novembre 2022

CORTE COSTITUZIONALE UDIENZA SURREALE SULL'OBBLIGO VACCINALE


Le immagini dell'udienza pubblica tenuta dalla Corte Costituzionale per l'esame della legittimità dell'obbligo del vaccino anti COVID-19 ci hanno riportato indietro nel tempo nel periodo più buio della pandemia: i Carabinieri in servizio nell'aula, i commessi, il personale amministrativo, i giudici, gli avvocati dello Stato tutti con mascherina FFP2.

 Eppure l'emergenza sanitaria è terminata il 31 marzo e l'obbligo di mascherina attualmente è rimasto solo nelle strutture sanitarie. L'uso della mascherina, poi, è consentito ai fragili; è forse possibile che tutto l'apparato della Corte Costituzionale sia fragile? Certo che no! E allora è evidente che ci troviamo in un ambito condizionato, ove probabilmente mancano i presupposti per la serenità del giudizio che è condizione necessaria dell'imparzialità richiesta ad ogni giudice. Oggi si respirava la spiacevole sensazione dell'incompatibilità ambientale ...

Paradossalmente nel sancta sanctorum del diritto si profana lo stesso, tenendo comportamenti in violazione del divieto di mascheramento sancito dall'art. 85 TULPS ... Triste immagine di quello che un tempo era il consesso di massima espressione dello Stato di Diritto!

martedì 1 novembre 2022

FINE DELL' OBBLIGO VACCINALE PER I SANITARI. Necessario ora fare chiarezza a 360 gradi sulla gestione della pandemia

Il neo Governo di centro-destra, che esprime per la prima volta nella storia d'Italia un Presidente del Consiglio donna, Giorgia Meloni, nel suo primo atto normativo ha riportato la sanità italiana alla dovuta normalità post epidemiologica da COVID-19. 

L’art. 7 del Decreto Legge 162 del 31/10/2022 ha posto fine con il 1° novembre al discriminatorio obbligo di vaccinazione a cui dovevano sottostare gli operatori sanitari, nonché gli addetti amministrativi di tali strutture fino alla fine del corrente anno.

Nel giorno dei morti, 2 novembre, resuscita la sanità italiana, che riapre le porte delle sue strutture ai tanti operatori di cui si era privata, paradossalmente nel momento dell'emergenza e dunque della maggiore necessità. 


Con incredibile miopia politica quello che doveva essere il governo dei migliori, dei tecnici guidati da Mario Draghi,  nell'affrontare la guerra pandemica anziché schierare al fronte tutte le sue truppe - nel caso di specie i sanitari - ne ha mandate una parte a casa,  creando non poco disservizio, per usare un eufemismo, alla popolazione; poi con ritardo colpevole ha tentato la sostituzione del personale sospeso con sanitari stranieri non sufficientemente qualificati, con costi abnormi per le casse pubbliche, dal doppio al quintuplo rispetto al personale in ruolo.


Il disastro, creato dall'obbligo vaccinale, nella sanità italiana non finirà purtroppo con la cessazione dell'obbligo vaccinale, ma sarà necessaria anche una profonda revisione dei criteri di sbarramento all’accesso dei percorsi delle professioni sanitarie.  E’, infatti, evidente la sottostima dei numeri del personale sanitario necessario al paese, che ora paga una carenza di personale che sarà destinata ad aumentare ancora nei prossimi anni, poiché la revisione dei meccanismi di accesso all'università, anche se attuati nell'immediato, avranno beneficio solamente dopo il periodo necessario al completamento del percorso di studio delle nuove matricole. 


Se è vero che la maggior parte dei sospesi aspettavano questo momento dell’abolizione dell’obbligo vaccinale per poter riprendere il lavoro e ritrovare la  dignità della retribuzione,  molti tuttavia non rientreranno, vuoi perché amareggiati dal trattamento ricevuto, vuoi perché obbligati per sopravvivere ad approdare ad alternative lavorative, scoperte poi migliori di quelle lasciate. A quanti riterranno di non riprendere il servizio non saranno necessarie le dimissioni, le quali comportano comunque l'obbligo di lavorare il periodo di preavviso, pena la trattenuta retributiva per il periodo equivalente omesso. A costoro sarà, infatti, sufficiente ignorare ogni comunicazione aziendale, attendendo che il datore di lavoro proceda al loro licenziamento. Per rientrare al lavoro non sarà, invece, necessario attendere alcuna comunicazione formale, poiché le modifiche legislative ora introdotte fanno decadere ogni provvedimento sospensivo. Coloro i quali svolgono attività con orario turnante, in assenza di indicazioni aziendali, dovranno comunicare per iscritto al datore di lavoro la loro messa a disponibilità.


L'encomiabile tempestività con cui il Governo Meloni ha affrontato la questione “sanitari obbligo vaccinale” è la probabile causa dell’evidente dimenticanza di intervenire anche sull’articolo 1 bis, comma 1 bis, del D.L. 44/2022,  il quale impone sino al 31/12/2022 l'ignobile e inumano divieto di visita ai degenti delle RSA per coloro i quali non dispongano di certificazione verde covid-19. Sempre l’art. 1 bis, ai commi 1 sexies e 1 sexies.1, impone la medesima restrizione di accesso - possesso di certificazione verde covid-19  - ai visitatori dei reparti di degenza delle strutture ospedaliere. È evidente che tali obblighi, venendo meno l’obbligo vaccinale ai sanitari, non sono più coerenti con il contesto ed è auspicabile che la dimenticanza venga quanto prima rimediata con apposita modifica normativa.

Altro aspetto che dovrà affrontare con altrettanto urgenza il Governo Meloni è l’assurda procedura sanzionatoria avviata Agenzia delle Entrate in applicazione dell’ indiscriminato obbligo vaccinale imposto agli ultracinquantenni dall’articolo 4 sexies del D.L. 44/2021, introdotto dal D.L. 1/2022. Infatti, dopo l'invio della “Comunicazione di avvio del procedimento sanzionatorio” è auspicabile un provvedimento legislativo che blocchi la procedura, al fine di evitare che con la notifica delle sanzioni si inneschino centinaia di migliaia di ricorsi innanzi al Giudice di Pace,  creando così un sovraccarico di tale ufficio giudiziario già in condizioni operative critiche e al limite del collasso.



L’art. 7 del D.L. 162/2022, segna sicuramente il cambio di marcia dello Stato italiano nella gestione della pandemia e degli obblighi vaccinali. Prima, però, di archiviare, tale triste pagina della storia nazionale, dovrà essere fatta chiarezza a 360 gradi sulla gestione della pandemia, per rispetto in primis delle vittime del COVID-19 e della sua sciagurata gestione, nonché per rispetto della scienza e dello Stato di diritto. 

Dovrà essere istituita una Commissione parlamentare d’inchiesta che faccia luce sui divieti e gli obblighi imposti a colpi di DPCM  e decreti legge, da un potere esecutivo che per due lunghi anni ha sistematicamente violentato la Costituzione e tutte le libertà da essa riconosciute al Popolo, che ha usurpato il potere legislativo del Parlamento, condizionato quello giudiziario della magistratura, operando con l'avallo silente Presidente della Repubblica.


Rimane poi ancora da definire tutta la vicenda delle sospensioni dal lavoro e dei riflessi retributivi e contributivi subiti dalle tante categorie di lavoratori, che nel periodo della pandemia hanno dovuto subire la furia vaccinatrice e sanzionatoria del governo Draghi.

E in proposito un appuntamento importante sarà a fine novembre, quando la Corte Costituzionale dovrà pronunciarsi sulle tante questioni di legittimità del decreto legge 44/2021 sollevate dai vari Tribunali e TAR. 


Ulteriore strascico dell'infausta epopea vaccinale dovrà poi essere scritto molto probabilmente anche dalla Corte dei Conti rispetto alla gestione del denaro pubblico, impiegato in maniera molto disinvolta nell’effettuare acquisti di presidi sanitari da aziende costituitesi solo qualche giorno prima della commessa milionaria conseguita, distribuito generosamente agli organi di informazione, erogato per l’incentivazione dei medici vaccinatori, speso per assumere operatori sanitari stranieri a gettone,  utilizzato per acquistare importanti stock vaccinali poi lasciati scadere. 


La partita dell'obbligo vaccinale non può dunque dirsi ancora completamente chiusa sino a quando non verranno ricostruite le dinamiche di tale furia vaccinatrice che ha avuto pochi tristi uguali precedenti nella storia dell’umanità.