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sabato 30 novembre 2013

MORTE DELLA DEMOCRAZIA

Governo del Popolo, è la traduzione letterale dal greco dell'usuale termine "democrazia".
Questo dovrebbe essere la politica in una nazione moderna e non autoritaria. In Italia era da tempo che si intuiva come le Istituzioni fossero sempre più scollegate dal Popolo e dunque sempre meno rappresentative della società. E' la cosiddetta "Casta", moderna trasformazione del feudalesimo medioevale. Vi è un potere piramidale vessatorio - chiamato impropriamente federalismo fiscale - che ora sta inaridendo l'economia nazionale e impoverendo le famiglie; unici a ingrassare - anche fisicamente, nelle istituzione vi è un'elevata percentuale di pance! - sono i componenti della Casta, dal Parlamento, passando per i consigli regionali, giù sino ai Comuni.
Le "larghe intese", ossia l'innaturale alleanza di destra e sinistra - o di quello che ne rimane di queste due grandi categorie del pensiero -  nate sull'emergenza economica con  il Governo Monti e sopravvissute dopo le elezioni della scorsa primavera, sono la negazione delle idee, dei progetti e dell'azione di governo. Sono il compromesso per il mantenimento fine a se stesso di un potere fatto di  lottizzazione e di innumerevoli privilegi a partire da quelli personali (retribuzioni, pensioni con parametri ben al di sopra della media e inimmaginabili per i cittadini), sino a quelli del proprio clan di appartenenza (vedi nel caso Ligresti il peso dell'amicizia con un Ministro); dei benefit per i servizi a prezzi poco più che simbolici all'interno dei palazzi (ristoranti, parrucchieri, telefonia, spese postali,ecc.); delle tariffe agevolate o gratuite su voli, autostrade, trasporti aerei o ferroviari.
Il Popolo è ormai stremato dalle continue vessazioni, che portano via ogni liquidità residua alle aziende, impedendo loro assunzioni, investimenti e competitività. Tutto è giustificato in nome della necessità di ridurre il debito pubblico. Ma chi li ha fatti i debiti? Non certamente le famiglie o le categorie produttive bersaglio ormai da troppo tempo di continue vessazioni fiscali predatorie da parte delle istituzioni. I responsabili di questo malgoverno sono gli stessi che impongono sempre più tasse; loro o i loro sponsor di cui gli stessi tempo addietro erano gregari o portaborse.
Il Governo Letta nasce con l'appoggio di una coalizione sinistra-destra e ora dopo il passaggio all'opposizione della componente di destra, il Presidente del Consiglio in carica non sente il dovere morale di verificare se ha ancora la fiducia delle Camere. E' stato il Presidente della Repubblica a ricordargliene l'opportunità, almeno per salvare l'apparenza della democrazia. Nel suo delirio di "salvatore della Patria" Letta subordina la verifica parlamentare ad un fatto interno del suo partito, ossia le elezioni primarie del PD. Oggi, purtroppo, l'Italia è nelle mani di una sinistra incapace e burocrate che dopo aver occupato lo Stato in tutte le sue articolazioni, dalla scuola alla magistratura, sta attuando una politica economica disastrosa.
Dati studio UIL - Grafica tratta da www.signoraggio.it
E la "Casta" appare ancora più evidente dal faccione pasciuto di Angelino, il quale serafico occupa insieme agli altri transfughi del centrodestra i posti in un Governo, ove non rappresentano null'altro più che se stessi. L'industria della politica politicante che nulla produce se non il proprio tornaconto e l'incremento del debito pubblico, che si pretende poi risanare con il sacrificio di lavoratori e imprese, occupa ormai più di un milione di persone, 1.128.722 secondo un recente studio della UIL.

mercoledì 27 novembre 2013

SPLENDOR ...O MISERIE DI UN TEATRO?

"My Fair Lady " è andata in scena al Teatro Splendor di Aosta. Grande e bello spettacolo, brava compagnia teatrale, ottimi attori e strepitosi ballerini; l'unica stonatura è l'inadeguatezza del teatro.
Dopo 15 milioni di euro spesi, per il restyling di una struttura già esistente, e 20 anni di attesa era d'obbligo attendersi un teatro moderno, funzionale e con capienza adeguata a rendere remunerativi all'organizzazione gli eventi. Nulla di tutto ciò si è concretizzato nella ristrutturazione dello Splendor. 
Il rinnovato teatro aostano, pensato inizialmente con almeno mille posti, il minimo per garantire remuneratività per l'allestimento di spettacoli di buon livello, ne conta poco più di 500 replicando così i limiti delle altre sale già esistenti in città. Posti, tra l'altro, non tutti fruibili per i madornali errori di progettazione che ne rendono almeno una cinquantina semiciechi, tra questi la quasi totalità delle due balconate laterali  e le due ali superiori della galleria. In tutta la regione solo la vetusta e ormai prossima alla dismissione tensostruttura di Saint Vincent - detta Palais - ha una ricettività superiore ai mille posti, contandone ben 1.600. Pensare che l'Aosta romana contava di un Teatro con quasi quattromila posti e di un Anfiteatro con una capienza di circa quindicimila spettatori!
All'insufficienza della sala si aggiunge l'inadeguatezza degli spazi di scena: un palco sottodimensionato e problematico per gli allestimenti, dei camerini insufficienti per numero e dimensioni. Tali carenze degli spazi di scena e delle quinte, non percepibili dagli spettatori, sono stati evidenziati pubblicamente a fine spettacolo dall'attore protagonista.
La progettazione e l'allestimento del teatro sono carenti sotto molti altri punti di vista: non c'è la classica campanella che avvisa l'imminente inizio dello spettacolo; la pavimentazione bicolore con andamento alternato, crea ingannevoli e pericolosi effetti ottici soprattutto sulle scale; le balaustre in vetro della galleria ripetute sui tre camminamenti creano un fastidioso effetto visivo su parecchie file di poltrone, situazione poi amplificata dal riflesso delle luci di sicurezza poste sull'alzata dei gradini. Altro grande assente è la gestione, manca un sopraintendente e tutto è gestito direttamente dalla burocrazia regionale.
Il bar interno è chiuso, i servizi igienici della galleria sono privi di acqua. Gli arredi spogli e di dubbio gusto, le pareti disadorne con una rifinitura che ricorda la colla che rimane sui muri dopo che cadono le piastrelle. Peccato, ancora una volta la Regione ha perso un'occasione per realizzare un'opera pubblica all'altezza delle aspettative e investire oculatamente i denari pubblici.
Il Teatro Splendor si aggiunge così alle numerose inadeguatezze e brutture che caratterizzano gli interventi pubblici sul territorio aostano: le desolanti piazze Narbonne e Caveri, il mostro di pilastri che occulta i reperti archeologici di Saint Martin, l'infelice riconversione delle aree industriali dismesse dallo stabilimento Cogne, il deturpante intervento sulle e sotto le Porte Pretoriane. Questi citati sono solo gli ultimi esempi in ordine di tempo, l'elenco, infatti, potrebbe continuare con la Villa Romana di Regione Consolata, l'ex chiesa di San Lorenzo, il quartier Cogne Cogne, ecc..
Dalla monumentale Aosta romana siamo purtroppo decaduti all'obbrobriosa Aosta contemporanea. Non stupiamoci, poi, se la Città di Aosta è stata esclusa dal concorso europeo per le capitali della cultura.

sabato 2 novembre 2013

Giustizia ad personam? Solo a fini umanitari!

L'interessamento dell'allora Presidente del Consiglio Berlusconi presso la Questura di Milano nei confronti della minorenne Ruby, ivi in stato di fermo, è sfociata nelle note vicende processuali che lo vedono imputato. 
La legge sarà uguale anche nel caso della Ministra della Giustizia Cancellieri che a più riprese si è interessata di un'imputata eccellente, Giulia Ligresti ? Spero vivamente di sì, anche se ho molti dubbi che ciò accada.

La Procura torinese definisce "arbitraria e priva di ogni fondamento ogni illazione che ricolleghi la concessione degli arresti domiciliari a circostanze esterne". 
Rimane comunque il fatto che poco dopo tale interessamento - giustificato dalla Ministra come innocente e dovuto a spirito umanitario - l'imputata Ligresti è stata scarcerata e ha ottenuto gli arresti domiciliari per motivi di salute, senza che il suo avvocato presentasse istanza in tal senso!
Tralasciando il casuale intreccio di relazioni tra i Ligresti e la famiglia della Cancellieri - il cui figlio è stato per poco più di un anno direttore generale di Fonsai, ricavando una buonuscita di circa 4 milioni di euro - rimane il fatto che la Ministra ha il vizio di interferire con azioni ad personam su questioni giudiziarie individuali. Nemmeno un mese fa nel pieno del dibattito politico sull'ipotesi di concedere l'ennesimo indulto o amnistia per reati puniti sino a quattro anni, la Cancellieri si affrettò a precisare che Berlusconi - fresco di condanna a quattro anni - non ne avrebbe beneficiato.
Ora, in nome di una giustizia uguale per tutti sarebbe opportuno che il Ministro Cancellieri rassegnasse le dimissioni per poter seguire le sue inclinazioni "umanitarie" o - forse più correttamente, visti i due contrastanti episodi sopra ricordati - più semplicemente le sue "umane" simpatie.