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venerdì 24 aprile 2015

Lo Tsumani umano di clandestini sulle coste italiane risveglierà l'Occidente?

L'immigrazione clandestina afro-araba è il frutto avvelenato del pseudo buonismo ipocrita europeo. L'Europa del secolo scorso non ha saputo superare il senso di colpa indotto dal suo pregresso colonialismo e ha avviato una politica di disimpegno e deresponsabilizzazione nei confronti delle popolazioni dell'altra sponda del Mediterraneo. 

Queste popolazioni, con un assetto sociale ancora tribale, si sono così trovate impreparate ad affrontare le regole della democrazia e sono subito precipitate nell'anarchia più totale. L'ordine nel dopo colonialismo è stato ripristinato dai militari, che paradossalmente erano gli eredi indigeni diretti del colonialismo stesso. La casta militare era l'unica forma di organizzazione stabile in grado di garantire - anche con la forza delle armi - la pace tra le varie fazioni. Sono così nati i regimi militari dell'Algeria, dell'Egitto, della Libia, della Siria, dell'Iraq, dell'Iran.
L'inevitabile deriva autoritaria di questi regimi militari ha allontanato ancor più l'Europa dal nord Africa, fatto salvo il sempre fiorente e coltivato business del petrolio e delle armi. Nel nome del buonismo democratico l'Europa ha poi simpatizzato per gli oppositori interni ai regimi militari. Al potere dei militari si andava contrapponendo il potere secolare della religione islamico-integralista. E così l'Occidente ha dapprima lasciato cadere lo Scià di Persia, poi è stata la volta del Libano, dopo è toccato a Saddam Hussein in Iraq, poi sono esplose le primavere arabe che hanno abbattuto le dittature militari dei vari Mubarak, Gheddafi e Assad, lasciando spazio alle tirannie integraliste dei vari aspiranti Califfi. 

Nel Nord-Africa, così, regna di nuovo il caos e il terrore del fanatismo islamico dell'ISIS, ma essendo il tutto accaduto per mano indigena non ha turbato più di tanto le ipocrite coscienze europee. La rinuncia del mondo occidentale al proprio ruolo di interlocutore e punto di riferimento delle genti del nord Africa ha portato solo guerre e distruzione. 

Ora però che il caos dilaga oltremare con uno tsunami umano quotidiano si scopre che bisognava fare di più prima che la situazione degenerasse. Di fronte ad un dramma socio-politico di tali dimensioni - parliamo dell'intera costa sud del Mediterraneo in forte destabilizzazione - l'uscita del duo Alfano-Renzi "affondiamo i barconi nei porti" è più che demenziale, direi da perizia psichiatrica! Come pensano di identificare tali imbarcazioni? Come pensano di distinguerle dalle scassate barche da trasporto, quali in effetti esse sono? Per non parlare delle difficoltà operative, delle problematiche giuridiche, ecc. 

Sicuramente l'uscita è in linea con la risibile operazione Triton (dal costo tutt'altro che irrisorio di tre milioni di euro al mese) che l'Europa ha avviato lo scorso novembre, coinvolgendo 21 nazioni - ma con solo 12 mezzi! - per la messa in sicurezza delle frontiere del Mediterraneo.

E' ora di assumersi la responsabilità di difendere le nostre genti dall'immigrazione indiscriminata e clandestina; è necessario riprendere a tutti costi un ruolo di gendarme nel Mediterraneo per ridare tranquillità e futuro anche alle popolazioni afro-arabe, oggi più che mai vessate dalle tirannie delle teocrazie integraliste e dilaniate dai conflitti tribali interni.

La soluzione passa per una politica di intervento sì, anche militare nell'immediato se necessario a partire da eventuali blocchi aereonavali, ma anche e soprattutto nel medio e lungo termine da una politica di intervento economico che si relazioni con i settori più laici e moderni di quelle sponde del Mediterraneo, che mai come ora è stato così poco Mare Nostrum!