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venerdì 22 febbraio 2013

AL VOTO, AL VOTO! il peggior voto è non votare

Il voto fa la differenza tra un cittadino, che può esprimere il suo giudizio, e un suddito a cui ciò è precluso. Il non voto è tutto fuorché una protesta contro l'esistente, anzi ha l'effetto esattamente contrario di favorire lo status quo. Si consideri, inoltre, che qualsiasi elettore anche il più indeciso sa individuare il candidato peggiore che non voterebbe mai, ma, non andando a votare, tale candidato peggiore si avvantaggerà di un voto di scarto in meno rispetto agli altri candidati. Anche in questo caso l'effetto è esattamente opposto a quello auspicato dalla protesta del non voto. Ma non sempre la scelta di voto è facile!
In Valle d'Aosta a queste elezioni la scelta elettorale risulta particolare complessa non solo per la particolarità del collegio uninominale, ma anche per l'incompleto e confuso ventaglio di candidature rispetto al - già problematico - panorama nazionale.
Lo scenario politico valdostano visto da elettore di centrodestra è a dir poco sconfortante: totalmente assente ogni capacità di aggregazione di area. Con criteri affatto politici alcune formazioni sono presenti solo alla Camera, altre solo al Senato; le candidature, inoltre, non sempre colgono nel segno. Eclatante poi l'assenza di candidati del partito di maggioranza dell'area di centrodestra, il PdL, assente solamente nel collegio Valle d'Aosta.
Come diceva Montanelli l'elettore di centrodestra, a volte, vota turandosi il naso, consapevole che per quanto in pessime condizioni sia la propria area politica, le altre sono infinitamente peggio. Vero, ma non aveva previsto l'opzione valdostana della "vendita" del simbolo alla concorrenza, come  è successo al PdL, il cui acronimo in Valle è ormai sinonimo di Partito dei Lacchè! 
Nessun elettore di centrodestra potrà mai perdonare il tradimento del vertice valdostano PdL arruolatosi nel regime clientelare dell'U.V. - nemico giurato dei principi liberali e meritocratici - che ora spudoratamente e interessatamente  sponsorizza, invitando a votarne i candidati, nonostante il programma di costoro sottolinei <l’importanza dell’avere le "mani libere”, cioè la volontà di confrontarsi, sulla base di un programma, con chiunque vincerà le elezioni nazionali, senza vincolarsi>.
Come votare dunque a centrodestra? Due sole le alternative.
La prima, di tipo ideologico-ideale, consiste nell'individuare la proposta politica più vicina ai principi liberali. La seconda, invece più pragmatica, è finalizzata a privilegiare, in un ottica di boicottaggio del sistema clientelare unionista, le candidature che, non essendo funzionali alla maggioranza di Piazza Deffeyes, abbiano possibilità di conseguire un risultato utile - elezione al Parlamento - e non siano organiche ad uno schieramento predefinito nell'area della sinistra.

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