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sabato 25 maggio 2013

GOVERNO TENTENNA: alLetta solo i partiti

Il Governo Letta, nato sull'onda dell'emergenza istituzionale e delle larghe intese per dare risposte concrete ed immediate, sta assimilandosi sempre più ai tradizionali governi nazionali della cosiddetta prima Repubblica. 
Pasticci normativi, indecisioni e rinvi a date remote ne sono i tratti caratterizzanti. 
Dopo le tante aspettative per la sua abolizione la vicenda IMU si è risolta in una grande confusione sfociata in una sospensione - classica non scelta all'italiana - tardiva e limitata solo alla prima casa, senza affrontare il nodo dei rincari di aliquota introdotti con tale tassazione sugli immobili in generale. La scelta governativa ha creato ulteriore burocrazia, poiché i contribuenti che utilizzano il modello 730 per dichiarare i propri redditi dovranno rifare la dichiarazione fiscale e in alcuni casi avviare complicate procedure di compensazione.
Anche sul fronte delle scelte etiche indifferibili, ossia abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, il Governo letta esprime tutta la sua inadeguatezza. E' di queste ore l'annuncio di un provvedimento normativo che eliminerà solo dal 2016 l'erogazione di denaro pubblico. Peccato che quando si tratta di aumentare le tasse o tagliare l'età pensionabile le scelte siano sempre con efficacia immediata se non addirittura retroattiva. Ma la tempistica è ancora più vergognosa se si pensa che nel 1993 - vent'anni fa! - gli italiani avevano abrogato il finanziamento pubblico ai partiti, i quali l'avevano poi reintrodotto con il distinguo esclusivamente lessicale di rimborso elettorale: un euro per ogni voto, per ogni anno di legislatura.
Dalla fallimentare seconda  Repubblica del bipolarismo - più da sindrome patologica che da schieramento politico - siamo retrocessi nel peggior pantano della prima Repubblica post boom economico, il Governo del tiriamo a campare, che alletta solo i partiti!

sabato 4 maggio 2013

ROSSO-NERO E ... VERDI. Allo Splendor va in scena la ...strumentalizzazione politica!

La notorietà di Giuseppe Verdi non è solo legata a quella di essere stato un grande compositore musicale del 1800 e un volto noto nel secolo successivo per aver a lungo occhieggiato dalle banconote da mille lire. La sua persona fu, anche, celebrata e invocata nel risorgimento italiano per inneggiare all'unità nazionale. Le lettere del suo cognome, infatti, erano l'acronimo di Vittorio Emanuele Re D'Italia. Il motto "W Verdi" dilagò, così, in tutto il nord Italia. 
A oltre 150 anni da quella nobile "strumentalizzazione" l'illustre compositore viene nuovamente arruolato dalla politica, questa volta di piccolo cabotaggio di "Chez-Nous". 
Ecco che nel teatro fantasma aostano dello Splendor, a due mesi dalla sua inaugurazione - e successivo silenzio - è andato in scena in unica serata un "concertino" a tre voci, non meglio identificato e intitolato "per il bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi". L'evento è promosso con tanto di inviti dal Presidente del Consiglio regionale, nonché candidato alle elezioni regionali del 26 maggio; le spese, ovviamente, sono a carico del bilancio regionale.
La coincidenza di date è sospetta non solo per il concomitante periodo elettorale, ma anche e soprattutto per la data in cui è stata fissata la celebrazione; Giuseppe Verdi, infatti, è nato sì 200 anni fa, ma il 10 ottobre!
Miserie della politica valdostana che ha quale unico metro di misura la crescita non del benessere e dell'economia regionale - lo Splendor continua a non avere alcuna gestione (v. su queste pagine Lo "Splendor" ... dell'Autonomia appannata), ma la crescita del consenso personale su base clientelare. 
Ora non ci resta che attendere il prossimo rito-trito politico per veder riaprire brevemente il sipario del teatro Splendor.
Nel frattempo i valdostani potrebbero rilanciare l'evocazione a Verdi, nel senso di "Va Effettivamente Riaperto Dopo l'Inaugurazione" il teatro Splendor, ovviamente!