Cerca nel blog

mercoledì 27 novembre 2013

SPLENDOR ...O MISERIE DI UN TEATRO?

"My Fair Lady " è andata in scena al Teatro Splendor di Aosta. Grande e bello spettacolo, brava compagnia teatrale, ottimi attori e strepitosi ballerini; l'unica stonatura è l'inadeguatezza del teatro.
Dopo 15 milioni di euro spesi, per il restyling di una struttura già esistente, e 20 anni di attesa era d'obbligo attendersi un teatro moderno, funzionale e con capienza adeguata a rendere remunerativi all'organizzazione gli eventi. Nulla di tutto ciò si è concretizzato nella ristrutturazione dello Splendor. 
Il rinnovato teatro aostano, pensato inizialmente con almeno mille posti, il minimo per garantire remuneratività per l'allestimento di spettacoli di buon livello, ne conta poco più di 500 replicando così i limiti delle altre sale già esistenti in città. Posti, tra l'altro, non tutti fruibili per i madornali errori di progettazione che ne rendono almeno una cinquantina semiciechi, tra questi la quasi totalità delle due balconate laterali  e le due ali superiori della galleria. In tutta la regione solo la vetusta e ormai prossima alla dismissione tensostruttura di Saint Vincent - detta Palais - ha una ricettività superiore ai mille posti, contandone ben 1.600. Pensare che l'Aosta romana contava di un Teatro con quasi quattromila posti e di un Anfiteatro con una capienza di circa quindicimila spettatori!
All'insufficienza della sala si aggiunge l'inadeguatezza degli spazi di scena: un palco sottodimensionato e problematico per gli allestimenti, dei camerini insufficienti per numero e dimensioni. Tali carenze degli spazi di scena e delle quinte, non percepibili dagli spettatori, sono stati evidenziati pubblicamente a fine spettacolo dall'attore protagonista.
La progettazione e l'allestimento del teatro sono carenti sotto molti altri punti di vista: non c'è la classica campanella che avvisa l'imminente inizio dello spettacolo; la pavimentazione bicolore con andamento alternato, crea ingannevoli e pericolosi effetti ottici soprattutto sulle scale; le balaustre in vetro della galleria ripetute sui tre camminamenti creano un fastidioso effetto visivo su parecchie file di poltrone, situazione poi amplificata dal riflesso delle luci di sicurezza poste sull'alzata dei gradini. Altro grande assente è la gestione, manca un sopraintendente e tutto è gestito direttamente dalla burocrazia regionale.
Il bar interno è chiuso, i servizi igienici della galleria sono privi di acqua. Gli arredi spogli e di dubbio gusto, le pareti disadorne con una rifinitura che ricorda la colla che rimane sui muri dopo che cadono le piastrelle. Peccato, ancora una volta la Regione ha perso un'occasione per realizzare un'opera pubblica all'altezza delle aspettative e investire oculatamente i denari pubblici.
Il Teatro Splendor si aggiunge così alle numerose inadeguatezze e brutture che caratterizzano gli interventi pubblici sul territorio aostano: le desolanti piazze Narbonne e Caveri, il mostro di pilastri che occulta i reperti archeologici di Saint Martin, l'infelice riconversione delle aree industriali dismesse dallo stabilimento Cogne, il deturpante intervento sulle e sotto le Porte Pretoriane. Questi citati sono solo gli ultimi esempi in ordine di tempo, l'elenco, infatti, potrebbe continuare con la Villa Romana di Regione Consolata, l'ex chiesa di San Lorenzo, il quartier Cogne Cogne, ecc..
Dalla monumentale Aosta romana siamo purtroppo decaduti all'obbrobriosa Aosta contemporanea. Non stupiamoci, poi, se la Città di Aosta è stata esclusa dal concorso europeo per le capitali della cultura.

Nessun commento: