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giovedì 25 aprile 2013

P.D. ossia Pigliattutto Dovunque

La sinistra con un terzo del consenso occupa tutte le cariche istituzionali: Presidente della Repubblica, Presidenti di Camera e Senato, Presidente del Consiglio incaricato. E' il solito senso della democrazia e del pluralismo ereditato dalle loro origini comuniste, ove per governare  non è necessario essere maggioranza, ma è sufficiente occupare - non importa come - le leve del potere a prescindere da ogni altra considerazione. In questa ottica chi si oppone è nemico della loro concezione deviata di democrazia. 
L'attuale situazione di stallo politico - tre blocchi politici sostanzialmente equivalenti dal punto di vista numerico -  avrebbe consigliato di dare l'incarico a formare il governo a un uomo di area e non ad uno schierato come Enrico Letta. A due mesi dal voto nè M5S, nè PD hanno dimostrato senso di responsabilità e dello Stato. Nessuna di queste forze ha accettato la proposta del centrodestra di un governo a termine di larghe intese finalizzato a riforme istituzionali e costituzionali (riduzione numero parlamentari, soppressione di ogni finanziamento ai partiti, eliminazione delle Province, modifica della legge elettorale). Si è perso tempo prezioso, accrescendo la situazione di crisi  socio-economica, si è persa la grande occasione di portare a reale compimento le riforme, che a parole tutti teorizzano.

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