Cerca nel blog

venerdì 24 aprile 2020

Andiamo oltre al Coronavirus e RiApriAmo l’Italia!

La fine della quarantena o comunque la sua significativa attenuazione passerà attraverso la cosiddetta “Fase 2” - già famosa prima ancora di essere iniziata per le aspettative create - ossia quella della riapertura delle attività economiche e della riappropriazione delle libertà individuali. È auspicabile che in questa fase molto attesa sia fatto tesoro degli errori commessi nella precedente fase emergenziale, meglio nota come "lockdown".


Informazione e semplificazione devono essere le parole d'ordine che Parlamento e Governo devono tenere a mente nel definire il percorso del ritorno alla normalità socio-economica.

Informazione preventiva, chiara, sintetica, univoca e non contraddittoria.

E tra tutte le norme, una dovrà essere prevalente: Il buon senso, che non può essere oggetto di codificazione, bensì deve essere il frutto dell'applicazione di pochi precetti certi e chiari. L’informazione ai cittadini delle norme - necessariamente temporanee - che accompagneranno il riavvio socio-economico non dovrà essere effettuata la notte della vigilia dell’avvio della riapertura; gli imprenditori e i professionisti hanno il diritto di conoscere e prepararsi per tempo ad affrontare la riapertura delle proprie attività; i cittadini hanno il diritto di sapere quando e come riaffacciarsi in società.

È ormai da giorni che leggiamo di comitati tecnici istituiti ai vari livelli istituzionali, dal Governo nazionale alle Regioni. È sicuramente importante avere un quadro tecnico delle varie problematiche interconnesse alla pandemia e al suo superamento, ma è altrettanto indispensabile che la politica si riappropri del suo ruolo, quello decisionale. La politica è capacità di avere una visione generale, un progetto globale, che nella fattispecie è la riapertura alla vita sociale ed economica in sicurezza sanitaria e finanziaria. La politica è sintesi e assunzione di responsabilità.

Inevitabilmente i tanti tecnici coinvolti nei vari comitati proporranno rigide regole, talvolta così complesse nella loro attuazione al punto di vanificare il concetto di normalizzazione della vita economica e sociale. Sarà proprio compito del livello politico semplificare e sfrondare tutte le complicazioni non necessarie, affidandosi al buon senso dei cittadini, i quali non possono essere trattati come sudditi sciocchi e sottoposti a forzosa e continuata tutela. Non si possono imporre, come vorrebbe qualche qualcuno, dopo due mesi di pandemia - ove non erano obbligatori, nonostante l’apice del contagio - l’uso di mascherine (peraltro ancora difficilmente trovabili e soggette a speculazione) e di guanti oppure l’utilizzo di Applicazioni tecnologiche a monitoraggio della mobilità individuale. Non esiste un modello cinese da importare, da quelle parti esiste solo un deprecabile e disastroso regime illiberale.

E a proposito di tutela della salute, qual è la coerenza di uno Stato che gestisce il monopolio dei tabacchi ben sapendo quali siano i tassi di mortalità indotti dal loro consumo? Quale credibilità avrebbe l’imposizione di mascherine e guanti da un simile Stato? Alla nostra salute ci teniamo e sappiamo badarci senza imposizioni forzate. Il metro di sicurezza per contrastare la diffusione del virus con il distanziamento sociale è ormai concetto noto e praticato; ben differente è stata invece l’irrazionale “segregazione individuale” illogicamente imposta dal 9 marzo scorso contro ogni evidenza salutare al benessere personale.

Grande preoccupazione non può non essere espressa per l’assenza nei ragionamenti politici, preliminari all’avvio della “Fase2”, del sistema scolastico italiano, il quale trova così posto tra le vittime illustri del Coronavirus, dando per scontato il suo arrivederci al prossimo anno scolastico.

Deve essere chiaro fin d'ora che, sebbene il virus circoli ancora, la fase emergenziale è finita, grazie vuoi al distanziamento forzoso, grazie vuoi alle varie “terapie salvavita” sperimentate con successo nelle ultime settimane. Non c'è più motivo per limitare ulteriormente le libertà costituzionali: diritto alla salute, diritto al lavoro, diritto alla libera circolazione, diritto di professare la propria religione, diritto all’istruzione. Deve essere chiaro fin d'ora che a nessun Presidente di Regione dovrà essere concesso di regolamentare con proprie ordinanze, sul pretesto della tutela della salute pubblica, la limitazione delle Libertà costituzionalmente garantite.

E’ imprescindibile all’avvio della “Fase 2” l’uniformità delle linee guida per tutto il territorio nazionale; la loro applicazione potrà avere eventualmente una gradualità per aree territoriali solo se in presenza di gravi, evidenti e concordanti necessità sanitarie e solo se assunta con decisione del Governo nazionale.

In ultimo, maggiore attenzione è auspicabile che sia data dal Parlamento - mai assente e distratto come in questo grave periodo emergenziale - e dal Governo nell’aiutare le attività imprenditoriali a riprendersi dai pesanti effetti negativi causati dalla pandemia. Servono soldi veri non vuote garanzie di Stato, a cui le banche a oltre 15 giorni dal loro varo, non sembrano aver dato grande credito!

Ricordi, infine, il Presidente del Consiglio Conte, nell’approntare le prossime misure di sostegno a famiglie e imprenditori, quanto da lui stesso affermato il 23 aprile scorso al Consiglio Europeo di Bruxelles: “Servono trasferimenti a fondo perduto, non prestiti”!

Il popolo difficilmente potrebbe sopportare nella “Fase 2” la replica dei due mesi che l'hanno preceduta!

Nessun commento: