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domenica 31 marzo 2013

DEMOCRAZIA BLOCCATA E GOLPE BIANCO


Il nuovo Parlamento, uscito dalle urne del 25 febbraio scorso, è un aborto politico. L'impossibilità di creare una maggioranza politicamente omogenea e coerente può giustificarne la sopravvivenza solo per riformare - con un gesto di responsabilità - se stesso e le regole del "gioco politico".  La volontà di fare le riforme - sistema elettorale, riduzione parlamentari, taglio costi politica, ecc. - a parole da tutti  auspicate non pare essere nei fatti interesse comune in tutte le forze politiche. Il più lungimirante è ancora una volta Berlusconi, l'unico disponibile a larghe intese che consentano di affrontare alcuni nodi urgenti, riformando le regole fondamentali della politica, per poi andare al voto. PD e M5S, ignorando la prima regola della democrazia - i numeri - rifiutano ogni dialogo e pretendono di imporre la loro linea minoritaria. 
Così mentre la miopia politica di alcuni condiziona i destini dell'intero sistema Italia in affanno tra tasse, burocrazia e crisi, il Presidente della Repubblica inventa soluzioni irrituali - i 10 saggi - che di fatto travalicano il dettato costituzionale e  rischiano di creare ulteriore confusione ed indecisione. Napolitano ripercorre la strada del commissariamento della democrazia, già attuata con il governo tecnico del Prof. Monti, spingendosi peraltro ben oltre e creando i presupposti di un governissimo del Presidente o meglio di un colpo di stato bianco da parte del Presidente stesso, che si autoinveste di funzioni esecutive non attribuitegli dalla Costituzione. Siamo ormai all'emergenza non solo istituzionale, ma anche socio-economica e l'irresponsabilità di PD e M5S rischiano di innescare scenari imprevedibili. 
In francia nella primavera del 1789 l'impasse istituzionale sfociò su impulso del deputato Joseph Ignace Guillotin nel giuramento della Pallacorda: era l'avvio della Rivoluzione francese.

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